Dharma Mangia Woods: Più brava che bella – Intervista esclusiva - The Wom (2025)

Dharma Mangia Woods arriva al cinema con Quando, il nuovo film di Walter Veltroni. L’abbiamo incontrata per una chiacchierata esclusiva in cui svela chi è, racconta del suo percorso artistico, dichiara le sue intenzioni da giovane donna di oggi e ripercorre un capitolo molto privato della sua vita.

  • Intervista esclusiva a Dharma Mangia Woods

Dharma Mangia Woods è tra i protagonisti del nuovo film di Walter Veltroni, Quando, dal cinema dal 30 marzo grazie a Vision Distribution. Prodotto da Lumière & Co., Quando racconta la storia di Giovanni (Neri Marcoré), un uomo che si risveglia dal coma dopo 31 anni trovando un mondo totalmente diverso da quello che aveva lasciato: non c’è più Berlinguer, non esiste più il Partito Comunista e, soprattutto, tutti coloro che amava sono profondamente cambiati. Ad aiutare Giovanni nel ricostruire la sua esistenza e a scoprirsi adulto e non più diciottenne saranno una giovane e tormentata suora (Valeria Solarino) e un ragazzo affetto da mutismo selettivo (Fabrizio Ciavoni).

Nel rimettere insieme i pezzi che si è perso, Giovanni ritrova la fidanzatina di un tempo (interpretata da giovanissima da Carlotta Gamba e da adulta da Olivia Corsini), oramai sposata con quello che era il suo migliore amico (Gian Marco Tognazzi). Ma, a sorpresa, l’infantile Giovanni scopre anche di essere diventato nel frattempo padre. E Francesca, la figlia che non ha mai conosciuto, ha il volto di Dharma Mangia Woods, una delle più promettenti attrici della sua generazione, vista di recente nei panni della figlia di Toni Servillo in La stranezza e di Christian De Sica in Natale a tutti i costi.

E dal suo ruolo di figlia comincia l’intervista con Dharma Mangia Woods, inconsapevoli di quanto l’essere stata figlia di un solo genitore abbia accompagnato il suo percorso di vita.

Dharma Mangia Woods: Più brava che bella – Intervista esclusiva - The Wom (1)

Intervista esclusiva a Dharma Mangia Woods

Inizio la mia intervista con Dharma Mangia Woods ricordandole come io e lei eravamo entrati fugacemente in contatto lo scorso anno in occasione di Più forti del destino, la serie tv trasmessa da Canale 5 di cui era coprotagonista. Avevamo su TheWom.it pubblicato un post di presentazione e Dharma Mangia Woods mi aveva scritto in privato sui social per ringraziarmi: abituato alle condivisioni, lo sono un po’ meno ai grazie. E glielo faccio notare.

“Era un progetto a cui ero molto legata”, mi risponde subito Dharma Mangia Woods. “È stato il mio primo grande impegno arrivato dopo molti provini e ho un bellissimo ricordo. Ero nell’ansia più totale: ero circondata da così tanti bravi attori da avere l’angoscia non solo di dover fare bene il mio lavoro ma anche del paragone con gli altri che si insinuava nel mio pensiero”.

Ti ritroviamo adesso tra i protagonisti di Quando, il nuovo film di Walter Veltroni in uscita al cinema. Interpreti Francesca, la figlia del protagonista Neri Marcorè che risveglia dopo 31 anni di coma scoprendo di essere nel frattempo diventato genitore. C’è una sequenza del film in cui ti riveli particolarmente brava: quella del confronto tra padre e figlia alla Domus Aurea.

È la scena più impegnativa del mio personaggio: le altre sono come di preparazione a quel momento o, per lo meno, così è come le ho vissute io. Ho focalizzato tutto su quei minuti e li ho trovati particolarmente difficili da interpretare: nel giro di quel monologo, Francesca fa un percorso psicologico che spesso alcuni aspettano anni per finire. Ho conosciuto mio padre per la prima volta a 18 anni, quindi quella scena aveva per me aveva un sapore molto personale: questo dettaglio era uscito fuori in un modo molto strano durante un provino con Veltroni, fa parte della mia biografia ma non è una cosa con cui mi relaziono tutti i giorni a meno che non mi sia richiesto strettamente di portarla alla luce.

Stavo provando la scena e coscientemente non capivo cosa stessi facendo: non posso ogni volta che sono in scena fare appello a tutti i miei drammi esistenziali (ride, ndr)! Walter Veltroni, però, a un certo punto mi ha fermata e mi ha chiesto perché ogni volta che pronunciassi la parola “papà” era come se mi si irrigidisse la mandibola. Non sapeva nulla della mia vita privata ma in un attimo mi ha fatto capire che avevo un link molto forte con il personaggio. Ne abbiamo parlato e ho finito così con il mettere a disposizione di Francesca quel percorso psicologico che io non sono riuscita a fare con mio padre, passando durante quella scena dalla rabbia al perdono, alla possibilità di una relazione padre-figlia. È stato molto difficile affrontare tutto quel passaggio emotivo cercando di essere estremamente vera e costantemente in contato con le mie emozioni.

Ripeto: è qualcosa che fa parte della mia vita e aver avuto l’opportunità di utilizzarla per un personaggio è stato molto, molto interessante per me dal punto di vista attoriale. Si trattava di fare un lavoro sul personaggio ma anche di assottigliare la linea che separa il personaggio da me: in quel monologo, riconosco parole che posso aver detto o pensato anch’io e altre che appartengono solo a Francesca.

Ha pesato nella tua vita l’assenza di un padre?

No. Mia madre è stata molto brava: non ho mai sentito l’assenza di mio padre perché mia madre ha fatto anche da padre a me e mio fratello. L’assenza è stata qualcosa che forse ho realizzato crescendo, nell’adolescenza, in quel periodo comunque un po’ particolare per tutti ma non nell’infanzia: non ho mai avvertito di avere niente di meno rispetto agli altri. Quando poi ho cominciato a fare recitazione, ho capito che quell’assenza era in realtà anche un motore molto forte nella gestione dell’emotività: quasi paradossalmente, si è rivelata essere una risorsa per la professione.

Sembra una frase fatta ma se ci pensiamo tutte le esperienze, anche del cavolo, che facciamo nella nostra vita servono per farci diventare l’agglomerato di particelle che siamo adesso. Doveva andare così ed è giusto che sia andata così: sono molto grata ovviamente a mia madre per aver fatto tantissimo. Da madre single, non ha mai fatto mancare nulla a noi figli: per me, lei rimane un esempio molto positivo di genitore. Sono cresciuta senza particolari drammi. Chiaramente, quando ho conosciuto mio padre, è stato difficile cercare di imparare un rapporto: ho avuto molte più difficoltà di Francesca, il mio personaggio.

Con Walter Veltroni abbiamo voluto puntare sull’onestà e sulla libertà intellettuale ed emotiva: agli occhi dello spettatore, è facile giudicare un personaggio che mette in gioco anche tanta rabbia ma dovevamo cercare di dare giustizia al personaggio e alla parte che occupa nella storia. A lei è affidato anche un punto di vista diverso rispetto alla storia di Giovanni e i sentimenti in gioco sono molto contrastanti, come accade quando nella vita capita di incontrare per la prima volta un genitore: non c’è un unico colore ma entrano in gioco contrasto, gioia, paura, risentimento… Francesca, tuttavia, è anche stata fortunata: ha avuto un padre non biologico che non le ha fatto mancare nulla.

Dharma Mangia Woods: Più brava che bella – Intervista esclusiva - The Wom (2)

Facciamo insieme un ulteriore passo indietro. Dharma Mangia Woods: a cosa si deve il tuo nome?

Dharma, il mio nome di battesimo, è legato a mia madre: è buddista e dharma in sanscrito indica la legge mistica più giusta. Mangia è il cognome di mia madre mentre Woods, di origini australiane, quello di mio padre.

Quindi, scopriamo che sei per metà australiana: diamo un’informazione in più a tutti quelli che su internet si ritrovano immersi in post del tipo “Chi è, età, cosa fa…”.

A me, che sono una persona molto riservata che non va nemmeno tanto in giro, mette quasi ansia sapere che esiste gente che effettivamente si interessa al fatto che esisto al mondo: mi fa quasi strano. Così come mi fa strano fare anche le interviste: mi chiedo sempre perché mi si voglia parlare. Ma, facendole, mi sto rendendo conto che c’è del bene ed è un aspetto molto bello. C’è della gentilezza come c’è stata sul set: per ricreare la scena di cui abbiamo parlato e mettere in gioco quelle emozioni occorre inconsciamente sapere di essere in un posto gentile.

Esporsi così tanto anche emotivamente non è come mettersi a nudo?

Non è stato qualcosa che mi ha messa a disagio. È ovviamente una ferita ma non di quelle che mi dilaniano l’esistenza. Sono oramai grande e quell’aspetto fa parte di me. sì, è difficile parlarne ma se si creano le giuste coordinate per farlo in maniera natura non si fa fatica a farlo.

Con una battuta, ti sarai divertita maggiormente nell’abbandonare tuo padre Christian De Sica in Natale a tutti i costi

È interessante come mi stia interfacciando con figure paterne molto diverse tra loro negli ultimi tempi. In ognuna di loro è come se trovassi un aspetto differente utile a costruirmi la figura di un papà ideale: ho trovato qualcosa in De Sica e qualcos’altro ancora in Toni Servillo, mio padre in La stranezza, per dire. È come se piano piano dentro di me costruissi un’immagine ideale di un padre.

Dharma Mangia Woods: Più brava che bella – Intervista esclusiva - The Wom (3)

So che la passione per la recitazione in te è nata da bambina. Com’è andata realmente?

La prima volta che ho detto che da grande avrei fatto l’attrice avevo quattro o cinque anni… Ho cominciato a metabolizzare e capire cosa facessi da bambina quando ho cominciato a studiare recitazione, prima non ci facevo molto caso. Da piccola, a parte il fatto di avere degli amici immaginari e vivere con loro avventure molto teatrali, ogni volta che mi capitava di leggere un libro mi capitava di vivere come se fossi il personaggio del libro nella vita reale. Ho capito, studiando appunto, che ho una particolare facilità nell’entrare in empatia con i personaggi: quando leggo un personaggio, comincio a portarmelo in giro e ad assumere i suoi atteggiamenti e umori.

Che libri leggevi da bambina?

Ho un ricordo particolare dei libri di Daniel Pennac: mi facevo carico delle emozioni dei suoi personaggi… mia mamma mi ha abituata bene nella lettura!

Se da bambina entravi in empatia con i personaggi, crescendo valuti al liceo la possibilità di perseguire tutt’altra strada e di studiare per diventare giornalista.

Non ho mai però messo da parte il desiderio di diventare attrice… Ho frequentato a Roma un liceo molto bello, il Dante Alighieri, e sono stati ani in cui ero molto attiva politicamente (ricordo assemblee e manifestazioni molto belle). Mi ero appassionata alla verità e al suo racconto: credo che esista una verità oggettiva che esuli da come ognuno di noi la viva, ancora oggi mi impunto nelle discussioni.

Pensavo di poter anche attraverso la scrittura cambiare il sistema ma, una volta finito l’esame orale di maturità, mi son detta che avrei potuto farlo anche facendo quello che amavo di più. Ero consapevole che sarebbe stato complicato ma anche fare la giornalista è un delirio!

Cambiare il sistema è sempre stato il mio obiettivo e pian piano noi le nuove generazioni in qualche modo lo faremo, confido molto in ciò.

Se avessi la bacchetta magica, qual è la prima cosa che cambieresti?

Mi piacerebbe tantissimo togliere dalla testa delle persone il pensiero per cui una cosa diversa è sbagliata. Sono cresciuta in una famiglia in cui il concetto di diversità non esiste. Mi sono scontrata per la prima volta con la parola diversità da grande, al liceo. Delle diversità di religione, identità, orientamento sessuale e via dicendo, e del fatto che per qualcuno fossero un problema, me ne sono accorta a liceo inoltrato ed è stato (e continua a esserlo) uno shock: com’è possibile, ad esempio, pensare che un orientamento sessuale diverso dal proprio sia sbagliato? Mi stupisco ogni volta che mi capita di parlare con qualcuno e sentire frasi del tipo “Eh, ma quello non è italiano”: che vuol dire?

Hai conosciuto il concetto di diversità al liceo. Hai vissuto sulla tua pelle qualche pregiudizio per via della famiglia genitoriale o ne sei stata testimone?

Ne sono stata più che altro testimone. Anche se qualche episodio l’ho vissuto in prima persona ma non per la mia famiglia (era qualcosa di cui parlavo poco): a differenza di altri, non venivo da Roma ma da Manziana, il paesino in cui sono cresciuta. Ne ho sofferto un po’ perché continuavano a ripetermi che non ero della città e, quindi, per questo diversa. Non potrò però mai dimenticare lo shock che ho vissuto nei confronti dei pregiudizi connessi alla migrazione con quella brutta moda di dire che “gli immigrati ci tolgono il lavoro”…

Noi delle nuove generazioni dobbiamo cambiare questa società. Abbiamo in mano una grande responsabilità, dobbiamo azzerare tutto dall’inizio per creare dei cambiamenti anno dopo anno. Solo così tra 10 o 20 anni potremmo vivere in un vero ambiente sano, in una società sana che non discrimina. So che ci vuole tempo ma bisogna partire dalla giusta educazione ai bambini.

Dharma Mangia Woods: Più brava che bella – Intervista esclusiva - The Wom (4)

Il tuo primo importante ruolo al cinema è arrivato a 23 anni, quando giovanissima vieni scelta da Gabriele Muccino. Dopo di lui arriveranno Paolo Sorrentino, Abel Ferrara, Roberto Andò, Walter Veltroni… tutti nomi di un certo peso.

Da attrice, se sei fortunata, ti sottoponi a un tot di provini al mese: l’obiettivo è riuscire a farsi scegliere per più ruoli possibili. E per riuscirci faccio il meglio che posso a un provino, anche perché ho studiato tantissimo. Ho alle spalle tre diverse scuole di recitazione, vuol dire che ho puntato molto sulla recitazione e che sono preparata per affrontare questo lavoro. Se mi chiedi perché scelgano me o cosa vedano in me, non lo so.

Hai mai avuto la sensazione di essere stata scelta per il tuo aspetto fisico e non per la tua bravura?

Se è successo, non me ne sono mai accorta e spero di non accorgermene mai. Se dovesse accadere, dimostrerei che sono più brava che bella. Il mio obiettivo è che si parli più della mia preparazione che di altro e spero, esperienza dopo esperienza, di poter avere sempre più padronanza del mestiere in modo da mettere a tacere automaticamente chiunque pensi che sia più bella che brava. Sarebbe però divertente sentirsi dire una cosa del genere in faccia… Conoscendomi, di fronte a frasi che non reputo degne di risposta, mi basterebbe uno sguardo per dire tutto!

Sul set di Quando ti sei ritrovata a lavorare con varie colleghe: Valeria Solarino, Olivia Corsini, Carlotta Gamba… esiste solidarietà femminile?

Grazie a Dio, sì. Basta con questa storia dell’Eva contro Eva. Seppur possano ancora persistere episodi di rivalità, io non ne ho mai incontrati. Ho lavorato sempre con donne con cui mi sono trovata estremamente bene: da figlia cresciuta da una mamma single, per me la figura e l’opinione delle donne sono fondamentali. Stiamo cercando di capire e, in parte, ci siamo riuscite che la solidarietà crea sorellanza, fondamentale nella società che viviamo. Uso il termine sorellanza in maniera inclusiva e senza distinzione di genere: far gruppo per creare qualcosa di bello con un sentimento positivo ci permette di lavorare anche meglio.

Dharma Mangia Woods: Più brava che bella – Intervista esclusiva - The Wom (5)

Lo abbiamo citato all’inizio della nostra conversazione: tuo fratello…

Io e mio fratello Sari, altro nome da mamma fricchettona, abbiamo un bel rapporto. Un rapporto che, crescendo, è migliorato: l’adolescenza è stata per entrambi un po’ turbolenta… Come me, anche lui ha trovato la sua strada: vive in Olanda e fa il biologo marino. Ci vediamo poco di conseguenza ma quando lo facciamo abbiamo un nostro equilibrio. Siamo molto diversi caratterialmente ma ci stiamo molto simpatici: Sari mi fa ridere molto per il suo essere “particolare”…

Siamo cresciuti bene anche con un solo genitore: mamma è stata brava nel non farci sentire quell’assenza che per altri sarebbe stata devastante. Non ci ha fatto mancare nulla, ha lavorato il doppio. E, anche se ci fosse mancato qualcosa, ha fatto di tutto per non farcene accorgere: è stata una mamma lupa. Oggi si parla tanto di famiglie tradizionali e non quando invece dovrebbe parlarsi dell’aiuto che la società dovrebbe dare a un genitore per far sì che con i figli abbiano una vita dignitosa. Non importa chi è o chi sono i genitori, importano i figli: dall’alto si dovrebbe pensare a loro e alla possibilità di vivere in una società che ti permetta di poter vivere bene.

E l’amore in tutto ciò, per te, che fine ha fatto?

Boh?! Sono in una fase dell’età in cui molti miei amici hanno cominciato a far scelte importanti: la mia migliore amica, ad esempio, è diventata madre. Io invece non mi sento ancora pronta. È come se fossi in una fase transitoria. Sono concentrata sulla realizzazione del mio sogno ed è come se il resto dovessi pian piano recuperarlo. Arriverà il momento in cui mi renderà conto che sono pronta per avere una famiglia mia ma per adesso “Boh?!”.

Dharma Mangia Woods: Più brava che bella – Intervista esclusiva - The Wom (6)
  • film
  • Interviste
  • serie tv

Riproduzione riservata

Dharma Mangia Woods: Più brava che bella – Intervista esclusiva - The Wom (2025)

References

Top Articles
Latest Posts
Recommended Articles
Article information

Author: Msgr. Benton Quitzon

Last Updated:

Views: 6002

Rating: 4.2 / 5 (43 voted)

Reviews: 90% of readers found this page helpful

Author information

Name: Msgr. Benton Quitzon

Birthday: 2001-08-13

Address: 96487 Kris Cliff, Teresiafurt, WI 95201

Phone: +9418513585781

Job: Senior Designer

Hobby: Calligraphy, Rowing, Vacation, Geocaching, Web surfing, Electronics, Electronics

Introduction: My name is Msgr. Benton Quitzon, I am a comfortable, charming, thankful, happy, adventurous, handsome, precious person who loves writing and wants to share my knowledge and understanding with you.